RECENSIONE - Beyond, Cage, il gameplay e le avventure grafiche

PS3

Parlare di Beyond: Due Anime in termini non contraddittori è impossibile se non trincerandosi dietro una soggettiva linea di pensiero, si tratta per lo più di condividere o meno scelte di design, di analizzare una storia, un film, un tipo di regia, amata dai più, priva di classe per altri.



Dunque è uno di quei casi nei quali potreste trovarvi in totale disaccordo con me e ci sarà ben poco da dibattere perchè la parola d'ordine è de gustibus.

Se non l'avete ancora giocato e vi incuriosisce, provatelo e tirate le vostre personalissime conclusioni prendendo questo mio post solo come un mero punto di vista piuttosto che come un giudizio con chissà quale pretesa di obiettività di universale riscontro.
Beyond è fuor d'ogni dubbio un titolo diretto, recitato e doppiato ottimamente ma come ogni americanata mainstream che si rispetti, col suo esagerare, col bullarsi di trattare temi importanti, col suo modo cruento e al contempo protettivo verso lo spettatore, col riproporre sempre quei soliti personaggi a metà tra il clichè e la macchietta, cade in certa diffusa pochezza espressiva, nell'assenza di eleganza e decisamente manca di toccare davvero nel profondo i palati un attimino più esigenti.

Arrivati i titoli di coda mi è stato impossibile non ripetermi all'infinito nella mente “che puttanata”.

Che puttanata per alcune scelte davvero banali, forzate, tendenti al b-movie, per il finale super hero, tutta roba riconducibile ad un preciso modo di impacchettare l'americata indirizzata al mass market.

L'eccessiva lunghezza del titolo (durata attorno alle 10 ore) diventa poi controproducente a fini emozionali-intrattenutistici. Un grande pellicola sovente esaurisce ciò che ha da dire in un'ora e mezza/due ore, non a caso; un gioco che si avvicina così tanto ad una pellicola non può che soffrire questo protrarsi per sei volte tanto.

Nelle prime ore Beyond cattura, poi comincia ad ammosciarsi in modo esponenziale. Le confortanti rivelazioni abbattono l'aura di affascinante pericolo inizialmente costruita attorno ad Aiden; i problemi teenegeriali di Jodi proposti in modo così massiccio con situazioni più che prevedibili, paiono più un'occasione di ficheggiarsi e voler dire “sono il primo vg che vi ha fatto interagire con una ragazza così sfigata”, che roba davvero funzionale e necessaria ai fini della storia sviluppata.


In quanto a direzione e montaggio della sequenze, ritengo sia stata una gran cosa aver spezzettato l'esperienza in capitoli facendoli vivere in un'ordine logico-consequenziale piuttosto che cronologico, sia perchè così si è più efficacemente addivenuti alla costruzione di un certo percorso, sia perchè ha consentito di preservare un pò di mistero in un plot altrimenti prevedibile e banalotto. Dunque sì, ottima mossa, ma anche abile mezzo per creare interesse su uno sviluppo delle vicende colpevolmente dai risvolti b-movie.

Il calo di mordente proseguendo nella storia infatti c'è, è forte, e se in altri titoli l'effetto è mitigato dalla possibilità di godere di un buon giocato, qua non si può dire altrettanto.

E' un vg che diventa pesante anche e soprattutto per la marginalità riservata all'interazione ancora una volta, castrata sapendo di castrare, specialmente se penso a fasi di pseudo copertura stealth dove, per via dalle limitazioni pratiche e di gameplay volte a far passare tanto attraverso interazioni a mezzo QTE, ci si ritrova con spezzoni sulla carta perfetti per essere "giocati" in modo canonico che invece si risolvono in interazioni super elementari, limitative e prive di gusto ludico nell'essere affrontate.

Lo stesso uso dello spirito Aiden rimane confinato alle sue basi senza evolversi in applicazioni più creative, quando ad esempio un Ghost Trick ci insegna quanto da una meccanica pure semplice ed immediata si possano via via creare puzzle ed interazioni geniali.



Che Beyond voglia essere un' avventura grafica per scelta focalizzata quasi esclusivamente sulla trama a scapito di enigmi od altre fasi più d'azione è lapalissiano ed in una certa misura anche rispettabile, ma non certifica automaticamente la sua bontà, si prenda ad esempio di opera avente pure questa filosofia l'eccellente The Walking Dead che fa fare cose sì in modo molto dettato, senza puzzle complessi o chissà quale interazione, ma rispetto alla storia sa renderci protagonisti attivi, addossandoci costantemente scelte importanti, suscettibili di cambiare in modo decisivo il prosieguo; il fallimento di un' interazione è inoltre sanzionata col game over a vantaggio della tensione e della responsabilizzazione del giocatore.

In Beyond invece di bivi ce ne sono molto pochi, l'interazione (pensando ad esempio ai combattimenti a mani nude) non porta a game over o cambi di rotta nella vicenda, dunque si subisce di fatto tutto con un giocatore a cui è affibbiato il ruolo di spettatore, non di modellatore di una storia.


La domanda in merito a ciò che farei a Cage se lo dovessi intervistare sarebbe: “se le possibilità interattive che ha un videogioco non le usi per enigmi, per un giocato d'azione degno di tal nome e non le usi neppure per la modellazione di una trama sull'utente, perchè allora non fai un film direttamente e ci vediamo al cinema?”


Ritengo che il gameplay stesso sia una delle carte da poter sfruttare per esigenze comunicative, anche da chi come Cage ha a cuore esclusivamente esse.

Quando affermo ciò non posso non pensare a quel geniale Flower, Sun and Rain, gioco anch'esso molto limitato nelle possibilità date al giocatore, che suo andare a spasso (troll) libero che in realtà è imposto e ben vincolato, trasmette a mezzo della pratica delle azioni affidate al giocatore la paradossalità delle situazioni ed il messaggio di fondo espresso dalla trama nei predominanti dialoghi, rafforzandolo, rendendo partecipe e facendo vivere a 360° al giocatore quel preciso clima.



Accantonando questa mia lunga e personalissima parentesi concettuale, vorrei segnalare dei problemi riscontrabili in chiave tecnico-oggettiva: la telecamera ha delle pecche in fase deambulazione e i personaggi sono macchinosi da muovere; inoltre con tutto quello scuro e telecamera spesso posizionata non nel modo migliore per consentire al giocatore una buona lettura di ciò che accade a schermo, si intuisce poco di come agire nelle fasi di combattimento a mani nude. Certo è un modo di fare QTE che richiede più "abilità" rispetto a quello da automa di Heavy Rain ma, se il risulato è questo disagio nella fruizione di ciò che è proposto, quasi era meglio una più canonica segnalazione a schermo dei prompt.



Molti di voi obietteranno: "Cage è questo, lo si sapeva, se sei allergico a determinati aspetti che l'hai comprato a fare Due Anime”?

L'ho preso perchè del precedente approdo su PS3, Heavy Rain, pur non potendo non constatarne i tanti difetti in comune con questo Beyond, conservo un tutto sommato appassionante ricordo.

Heavy Rain era riuscito a rapirmi e far passare sopra a tutto il resto: sarà per la sua natura thriller (certo anche in quel caso c'era molto di già visto e di un pò tirato per i capelli); sarà che c'era un bambino in pericolo ed il tempo tiranno; sarà che c'era un serial killer che poteva uccidere i pg da te usati o scoprirsi essere uno degli stessi; sarà per i 4 pg impersonabili del cui passato poco era consentito conoscere, dei quali si sapeva solo quanto esplicitato nelle poche ore nelle quali si sviluppa la storia del gioco e per i quali residuavano pure da trovare risposte riguardanti sia inizialmente taciuti nessi col caso sia nessi fra essi stessi

Di Jodi invece vedi tutta la vita, sai com'è fatta, lo capisci senza smentite di sorta fin dalle prime battute: ha il compito della ragazza con problemi destinata a diventare la salvatrice, da compatire, ammirare ed è lei la vittima del tutto.

Nei panni della vittima si è più docili ed emotivamente esposti; ti potrà fare compassione ma dopo un pò tutta questa compassione, proposta a camionate, stanca, non incolla allo schermo come il pericolo, il mistero irrisolto. Sì, è vero, c'è il mistero del legame col mondo degli spiriti ma non c'è fretta di risolverlo e soprattutto vedendo la piega che la cosa prende andando avanti comincierà a puzzare tutto sempre più tremendamente di trash. 



L'OST presenta tracce anche decisamente rilevanti se si pensa ad esempio al main theme, tuttavia affermo ciò grazie a YouTube, in-game non me ne sono particolarmente accorto, le tracce hanno infatti un peso di secondo piano nella scena, e tornando al parallelismo col precedente lavoro di Cage, l'impatto emozionale che aveva la soundtrack di Heavy Rain, per come inserita ad enfatizzare determinati momenti, fu assai superiore.



In definitiva Beyond è un gioco che butta benzina sugli interrogativi dietro alla figura di game designer di Cage.

Si deve ancora decidere se dare una svolta più ludica approfondendo in modo dignitoso i tanti assist a situazioni giocabili che le sue storie danno, inserendo meccaniche di gioco ed un level design all'altezza e non castrati da QTE, od intraprendere in modo migliore la via dell'only trama dando maggiore margine di personalizzazione della stessa al giocatore; perchè prodotti sviluppati con budget notevolmente inferiori riescono nell'obbiettivo assai meglio e senza ricorrere a soluzioni pop trash da film di mezza estate su Canale 5.

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2 Commenti

  1. Una delusione per me. Forse la più grossa del 2013.
    Più banale e snello rispetto a fahrenheit e heavy rain. Poco emozionante. Ost che non accompagna al meglio le varie situazioni. Nessuna empatia verso i vari personaggi.
    Nemmeno la decenza di curare al meglio quel poco di gameplay che offre. Manovrare aiden è talvolta scomodo. Stessa cosa per il controllo del personaggio nelle stanze.
    Perfino tecnicamente non ha la stessa cura al dettaglio di HR. Anche nella semplice interazione con l'ambiente di gioco.
    Cage ha sbagliato quasi tutto in quest'ultimo lavoro. Dico quasi perchè la recitazione c'è. Il motion capture ha salvato un pò la baracca. Ma arrivato alla fine quello che ti resta è una profonda amarezza.
    L'ho pagato a metà prezzo. Però me ne pento comunque.
    Ringrazia ellen page cage, perchè se volevi puntare unicamente sulla figa per vendere qualcosa, direi che ci sei riuscito.

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  2. Apprezzo il tuo punto di vista.
    Personalmente però ho trovato BTS un buon gioco (non eccelso).
    A mio vedere , per esempio, la tanto bistrattata modalità di gameplay è tipica di un genere e , anzi , sperimenta nuove vie. Chi, come me, ha una certa età e da pischello passava le ore sui cabinati da bar si ricorderà un certo Dragon's lair che altro non era che il capostipite di questo genere. Allora , tecnicamente , era un'avventura su laser disk ora il supporto è diverso, ma il concetto direi che è rimasto il medesimo, eppure allora nessuno si sarebbe sognato di dire "c'è poca interazione" perchè si sapeva che era un genere cosi. Sarebbe stato come lamentarsi che gli strategici non avevano una visuale in prima persona o lamentarsi del troppo sangue in un film di Tarantino.
    Anche i comandi mi son sembrati più intuibili rispetto alle precedenti creazioni di Cage, tanto da non necessitare una vera e propria icona come è successo per Heavy rain, ma dare il senso del verso del movimento è stata secondo me una buona innovazione.
    Penso che poi sulla storia, come hai detto tu , valga senza appello il "de gustibus". Io l'ho apprezzata , forse stufo dai continui riproporre di zombie (quest'anno veramente ci son zombie pure in cooking mama tra poco) , oppure personaggi inutili ,ma che "siccome sono cattivi sono fighi" dando sfogo ai frustrati del genere. Una storia godibile secondo me, non da oscar, ma chiara e scorrevole. A tratti emozionante. Ma, ribadisco: de gustibus.
    Insomma un gioco da 7.5/10 secondo me. non esente da alcune imperfezioni , ma che concettualmente fa il suo lavoro.

    p.s. Ho evitato di confrontarlo con The walking dead , considerando quest'ultimo il più grosso bluff della storia videoludica e anche uno dei bluff più riusciti (realmente, ha fregato un sacco di persone).

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