Il ruolo del critico

Ieri mattina mi son trovato ad esternare talune considerazioni nel gruppo Facebook di VIDEOGIOCATORI FIGUEIRI e così, da scrupoloso bloggatore, ho pensato di renderne partecipe anche la piccola ma stimata utenza di Gamer May Cry.
Il tutto affonda radici nella giornata di domenica, quando dal link ad un articolo sul fenomeno Favij, è partito nella summenzionata sede un dibattito sull'opportunità ideologica di questo fenomeno da un milione di utenti e in generale sui youtubers da intrattenimento.



Il tutto può sinteticamente ma compiutamente riassumersi in un paio di post di Simone"Karat" Tagliaferri.

"Studio Aperto diventa un buon telegiornale perché ha successo tra i gggiovani?"


"Ragazzi, preciso: è molto bravo in quello che fa. Il problema è che quello che fa è di qualità infima. Tutto qui. Se il 'futuro' della critica videoludica deve essere fare i cretini su YouTube urlando come deficienti meglio ammettere che ormai i videogiochi sono merda qualsiasi... anzi no, sono merda peggio di altri medium, perché almeno nel mondo del cinema e della letteratura trovi un ventaglio molto ampio di stili di critica (da quella più leggera a quella dei Cahiers), mentre nel mondo dei videogiochi gli estremi sono FaviJ e Jim Sterling, cioé uno che urla come un demente e l'altro che pensa che il suo dovere sia scrivere un catalogo di consigli per gli acquisti. C'è anche qualità, ma è completamente fuori mercato, purtroppo."

Naturalmente non posso che concordare con Karat.
Il problema è questo, la roba più impegnata è mediamente meno appetibile e se non sei bravo ad affrescare il tuo contenitore, difficilmente l'utente occasionale scenderà nel contenuto andando oltre l'epidermica osservazione.
In questo scenario un altro problema è dato dalla frammentazione: prima di youtube c'era poco, oggi c'è troppo, ed è facile che il critico onesto, preparato e di sani principi sia difficilmente localizzabile in un mare di chiassosi fenomeni da baraccone.
Giusto oggi spulciavo i canali di Giuseppe "Black Raziel" Atria (che proprio ieri ha inaugurato una nuova serie di gameplay commentati dedicati a Silent Hill) e Gianluca Santillo mi son trovato a chiedermi quante visualizzazioni in più avrebbero i loro video se il loro materiale fosse stato su di un canale comune con conseguente travaso di utenti. Penso ben altri numeri, e penso ben più utenti avvicinati ed educati (so che appaio lezioso, spocchioso ed elitarista ma passatemi i termini per stamattina) a certi sani principi di fruizione dei vg.
Poi per carità, ci sono menti illuminate come Michele "Sabaku no Maiku" Poggi che riescono a coniugare grandi numeri a materiale curato e di reale spessore, il problema tuttavia rimane: il critico di successo influenza le masse, insieme influenzano le scelte di produzione nei vg, gli utenti indottrinati di oggi sono i critici di domani e a loro volta contribuiranno a pennellare questa spirale discendente che irreversibilmente determina cosa giochiamo e con chi interloquiamo.

E' di solare evidenza che il fenomeno Favij vada annoverato alla voce "intrattenimento" anzichè "critica" ed è altrettanto evidente che dietro tali numeri ci siano intuizioni di marketing abbastanza geniali, cionondiméno questo modo di intrattenere a proposito di vg è in qualche modo sostitutivo ed alternativo alla critica propriamente detta, in quanto analoga è l'attitudine a plasmare i teenagers e in qualche modo ad "informare".

Io ho avuto la fortuna di crescere a pane e Ring, ma verosimilmente, se fossi adolescente oggi, il mio percorso formativo prenderebbe ben altra e ben più discutibile piega.
In siffatto scenario reputo che l'accorpamento, l'accentramento di certi critici/tubers/ecc coscienziosi e preparati agevolerebbe la convergenza di certi gamers-utenti e l'irrobustimento di un certo modo di fare informazione/critica/contenuti, nonchè di un certo modo di rapportarsi ai contenuti stessi.

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