RECENSIONE- Fragile Dreams - Fragile di nome e di fatto

Wii

Rispolveriamo un titolo di nicchia per Nintendo Wii, che al tempo dell'uscita suscitò, comprensibilmente, opinioni contrastanti sull'utenza.

Fragile Dreams è un action rpg che punta tutto su un'atmosfera da anime romantic-creepy, che difficilmente può lasciare indifferenti.


Le ambientazioni proposte di una Tokyo post apocalittica, deserta ed invasa da ectoplasmi sono cariche di emotività, con alcuni scorci quasi pittorici.
La storia dolcissima ed i personaggi insoliti che si incontrano, fortemente simbolici, suscitano sensazioni indiscutibilmente toccanti, anche grazie ad una colonna sonora malinconica perfettamente centrata.


Peccato che tutta la potenza che Fragile esprime sulla sfera emotiva sia l'unico punto di forza della produzione, estremamente zoppicante, anzi diciamo pure storpia, su ciò che è imprescindibile per un videogioco: il gameplay.


Di gioco di ruolo Fragile propone ben poco.
Impersoneremo sempre il protagonista Seto che equipaggiato con vari oggetti che troveremo lungo la via dovrà farsi largo sconfiggendo i nemici che gli si pareranno davanti.
Gli oggetti si consumano ad ogni colpo sferrato fino a rompersi ed è importante scegliere con cura cosa mettere nella borsa oggetti, dallo spazio limitato.
Paradossalmente il puzzle tetrissiano necessario per ordinare la stessa è, ludicamente parlando,  la cosa più interessante dell'intero gioco... E questo è tutto dire.

Il battle system è inesistente, non serve strategia e mancano mosse che vadano oltre l'attacco semplice.
La mobilità del nostro alterego è estremamente macchinosa, scelta probabilmente operata per dare risalto all'atmosfera soft horror che caratterizza la produzione, ma che risulta poco pratica e godibile pad alla mano. Soprattutto sul finale, affrontando nemici più mobili, le movenze impiccate di Seto si soffrono oltremodo, regalando sezioni decisamente frustranti.
Boss fight squallide, dai contenuti ludici appena abbozzati e nemici comuni dall'IA ridicola, tanto da rendere gli scontri tediosi e pesanti, chiudono il cerchio .

Il design dei livelli non se la cava meglio.
Le mappe sono estremamente lineari con la riproposizione di sezioni palesemente copia incollate. Presenti infiniti tunnel che se inizialmente possono dar la sensazione di affascinante cupezza atmosferica, proposti in gran quantità testimoniano senza appello la necessità di riciclo per fare economia degli sviluppatori, che riducendo fortemente certe parti (ogni riferimento alla sezione nelle fogne è casuale) avrebbero alleggerito un po' di inutile ridondanza.

Girovagare per questi ambienti, toccante solamente a causa della desolazione post apocalittica che li pervade, non significa esplorare; non basta trovare diari di memorie o una tenebrosa scritta col sangue sul muro per soddisfare il desiderio di avventura.
Manca l'interazione con l'ambiente, un' impostazione degli ostacoli che stimoli l'intelletto o un approccio minimamente ludico. Nei rari casi in cui ci sono bivi, percorrerli pensando di trovare degli oggetti extra diventa una scelta masochistica visto che ci si ritrova a percorrere tunnel infiniti che si concludo con la conquista di un oggetto per il ripristino della salute (forse la stessa persa per arrivare sino all'obbiettivo); una ricompensa al limite del troll, visti i presupposti creati dalla lunga camminata.
Micro enigmi per sbloccarsi la via ci sarebbero stati benissimo, invece la varietà d'azione è ai minimi storici. Un semplice mini labirinto fra gli scaffali o camminare con cautela per non far crollare il pavimento non basta. Di tanto in tanto, poi, a demolire ulteriormente il ritmo, rendendo il gioco ancor più sonnolento, contribuisce anche qualche sezione di tedioso backtracking.



In conclusione Fragile Dreams è un'occasione persa.
Un gioco estremamente fragile sul fronte ludico, che non diverte; pensare di considerarlo un buon titolo resta un sogno.
Esclusivamente consigliato a chi ama visceralmente gli anime a sfondo dark dall'anima di miele e che masochisticamente è disposto a sorbirsi una decina di monotone ore di gameplay in nome di una componente atmosferica toccante ma che da sola difficilmente può rendervelo digeribile.
Sarebbe stato decisamente più saggio trasformare i bei presupposti di storia e personaggi in un anime, visto il mediocre risultato videogiocoso ottenuto.


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